giulio iacchetti industrial design
giulio iacchetti industrial design
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titolo: Fungere
cliente: Udine Design Week
data: marzo 2019
assistenti al progetto: Gaia Anselmi Tamburini, Lidia Spina, Michele Mamprin
artigiani: Fabbro Arredi

Giulio Iacchetti sostiene che il tema del fungo abbia dimorato nella sua mente fin da bambino, quando ricorda di essere spesso rimasto incantato a osservare il fungo di legno che abbelliva il collo della bottiglia di una nota marca di grappa. Una presenza inutile ma che serviva a rendere “amico” anche a un bambino un oggetto che, nello svolgere il suo umile compito di contenitore, rivelava di voler essere qualcos’altro. Ora quell’immagine indistinta ha preso vita, trasformandosi in un paesaggio di forme mutanti che si potrebbe dire un pretesto per indagare la qualità più intimamente organica di una famiglia formale. La libera traduzione di un’immagine archetipa che risulta familiare, accessibile e forse anche banale. Nel proliferare di piccole diversità la forma a fungo costituisce un tipo talmente ben definito da dare nome a un’infinità di altre forme: dal fungo atomico alla torre Velasca, che non a caso è uno degli edifici più caratteristici dello skyline di Milano. Che Giulio Iacchetti si sia cimentato in questa trasposizione scultorea – che lo ha portato a mettere insieme un insieme di forme naturali astratte dal loro contesto e organizzate in un sistema organico – si può dire appartenga a quel tipo di ricerca formale di cui ha bisogno un designer per sperimentare il proprio linguaggio: una ricerca di tipo, appunto, linguistico che accomuna le sue riflessioni intorno all’inutile a partire da forme codificate.

Francesca Picchi

funghi31